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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Orso M90L’accanimento contro gli orsi in Trentino non è più solo roba di gente selvaggia che spara a pallettoni, ma anche una bella trovata di politici di quattro soldi con la potestà di ordinare di ammazzare. Siamo di fronte a delitti che delitti non sono perché si tratta di animalicidi, comunque un fronte allarmante non più relegato al mondo sporco di bracconieri che andrebbe ad allargarsi con diritto di uccidere per sentenza e più avanti forse anche per legge.

Indigna la recente eliminazione dell’orso M90, con un discutibile provvedimento che in nessuna parte del mondo trova forse applicazione (ed è giusto) nei confronti del più sanguinario mafioso.

Ridicole e astruse sono inoltre le motivazioni. Ogni animale – come gli esseri umani – può aggredire. La tutela dell’incolumità personale richiede però che ognuno nell’esercitare il proprio diritto di andare per boschi lo faccia con cautela, consapevole di invadere un territorio che appartiene ad altri che vi abbiamo fatto proliferare e perciò col dovere di non infastidire.

Hanno goduto alquanto propagandando la presenza dell’orso come elemento di attrazione turistica; e ora c’è chi da sconosciuto per balzare sulla scena nazionale si erge a sceriffo contro l’animale: un cinismo da bassifondi che la politica maiuscola non dovrebbe permettere. Invece accade che dall’alto si minacciano addirittura provvedimenti contro una giornalista, la mia collega Silvia Di Tocco della Rai, che con coraggio, per protesta, ha ritirato la firma da suoi servizi televisivi che esaltavano una città trentina: un suo diritto sacrosanto e in più un atto che gli altri giornalisti dovremmo compiere per motivi di civiltà.