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Commenti, cronache, indagini improvvisate e scontri nei gruppi di Facebook sull'omicidio di Yara Gambirasio e i processi a Massimo Bossetti: in un libro di Tommaso Accomanno, in uscita da Gruppo Edicom dal 7 giugno, svelato e analizzato l'acceso dibattito su uno dei casi criminali più discussi in Italia. In quasi duecento pagine ricorrono, in un elenco di ben centosettanta, i nomi dei principali protagonisti di un fenomeno mediatico senza precedenti, che ha modificato il modo di fare giornalismo, scatenando polemiche aspre. Mentre si fa, nel libro, il punto su ciò che è accaduto, i gruppi pubblici e segreti preparano nuove cartucce pro e contro Massimo Bossetti, che, dopo essere stato condannato all'ergastolo in primo e in secondo grado, attende a ottobre il processo in Cassazione.
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Un’email alla casa editrice annuncia l’intenzione di fermare in ogni modo la pubblicazione del libro-inchiesta del giornalista Salvo Bella
“Sono disposto a tutto perché questo cazzo di libro non esca”, è scritto in una email ricevuta la sera del 23 febbraio dal Gruppo Edicom, casa editrice del libro Yara, orrori e depistaggi, sull’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate (Bergamo) scomparsa la sera del 26 novembre 2010, il cui corpo è stato ritrovato in un campo 4 mesi più tardi.
L’email era firmata e accompagnata dal recapito telefonico dell’autore, che si è identificato come l’imprenditore padovano che nel dicembre 2013 aveva messo a disposizione 20 mila euro in contanti a chi, tramite il Giornale di Bergamo, avesse fornito notizie utili a risolvere il caso.
Salvo Bella, sessantaquattrenne giornalista di nera autore del libro, ha quindi chiamato il numero indicato.... OSSIGENO PER L'INFORMAZIONE
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Altri due libri in preparazione sul giallo di Yara Gambirasio che stavano vedendo la luce nel 2011 non furono in passato pubblicati. La parrocchia di Brembate di Sopra, il paese in cui viveva Yara, stava preparando un volume con l'aiuto del parroco Don Corinno Scotti, che rinunciò all'iniziativa su espressa richiesta della famiglia. Nello stesso anno l'infermiere Alessandro Castellani di Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo non diede alle stampe un suo libro perché subito dopo l'annuncio fu addirittura sospettato perché conosceva alcuni particolari non noti della vita di Yara.
Il libro di Salvo Bella è l'unico uscito finora sull'uccisione di Yara. La notizia del suo "blocco" è apparsa sul sito www.intopic.it, nel quale si legge che "la famiglia Gambirasio ha costretto la casa editrice a ritirarlo dal mercato". A Gruppo Edicom non si dichiarano stupiti: "Il giornalista Salvo Bella ha compiuto un'analisi approfondita sul fallimento delle indagini e chiama in causa personaggi di apparati dello Stato che avrebbero commesso dei depistaggi. La particolarità del contenuto ha diffuso atteggiamenti reverenziali e posizioni di autocensura per non dispiacere dei potenti tirati in ballo con nomi e cognomi, cercando in tal modo di mettere tutto a tacere. Nel Bergamasco molte librerie hanno rifiutato il libro, ma la famiglia Gambirasio non c'entra e semmai avrebbe potuto adoperarsi per diffonderlo anziché per bloccarlo: né noi né l'autore del libro abbiamo avuto con loro, direttamente o indirettamente, alcun contatto".
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Yara Gambirasio sparì a 13 anni la sera del 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, mentre a piedi si dirigeva a casa subito dopo essere uscita da una palestra. Fu trovata poi uccisa il 26 febbraio 2011 a Chignolo d'Isola.
Silenzi e piste sconcertanti hanno allontanato dalla verità
Il giornalista Salvo Bella nel suo libro "Yara, orrori e depistaggi" pubblicato da Gruppo Edicom chiama in causa le istituzioni per il fallimento delle indagini.
La ricostruzione mette in luce che le indagini sono state complesse e di una laboriosità non sempre giustificata, soprattutto dopo il ritrovamento del cadavere di Yara. Nulla avvalorerebbe finora l'ipotesi, seguita quasi a senso unico dagli inquirenti, che la ragazza sia stata sequestrata e uccisa a scopo sessuale. Le indagini sono state però rese più difficili da una sorta di inquinamento ambientale e dal privilegio di qualche pista suggestiva. Il questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi aveva dichiarato per tre mesi che avrebbe riportato Yara viva a casa e indirizzava evidentemente gli investigatori sull'errata supposizione che la ragazza fosse viva e ostaggio di rapitori.
Ricciardi, andato in pensione, non era però un funzionario qualsiasi: aveva lavorato infatti alla squadra mobile di Palermo gomito a gomito con Arnaldo La Barbera, uno degli uomini più prestigiosi che la polizia abbia mai avuto, e in quelle circostanze contribuì all'arresto degli assassini del giudice Paolo Borsellino: peccato, però, che si trattò di un depistaggio, per tenere lontani dalle indagini i veri autori della strage.
Il Giornale di Bergamo: un telefono per le segnalazioni
Il Giornale di Bergamo ha raccolto l'iniziativa di un imprenditore di Padova che ha messo a disposizione ventimila euro per chiunque fornisca notizie utili alla cattura dell'assassino di Yara Gambirasio. Il quotidiano ha attivato il numero verde 329 1129 468, attraverso il quale è possibile fare le segnalazioni.