L’uccisione dell’ispettore capo di polizia Giovanni Lizzio a Catania sarà lunedì sera il tema della trasmissione “Cose Nostre”, alle 23,30 su Rai1, nel racconto del giornalista e scrittore Salvo Bella: al cronista, scampato alla mafia, il super poliziotto aveva predetto la propria morte.
Lizzio fu assassinato da due killer la sera del 27 luglio 1992, mentre rincasava in auto alla periferia di Catania. Tre giorni prima aveva festeggiato con la moglie e le due figliolette i suoi 45 anni. Salvo Bella, firma popolare del quotidiano “La Sicilia”, fu il primo cronista ad accorrere nel luogo dell’agguato dopo le “volanti” della questura. Insieme si erano trovati per decenni in trincea in una città insanguinata da delitti e in mano alla malavita organizzata: due amici su strade che erano separate ma parallele, costellate di burroni e gravi insidie.
Emilia Brandi continua la nuova serie di “Cose Nostre” con questa puntata dal titolo “Le regole dello sbirro”. Documenta le inquietudini di quegli anni cruenti nella provincia etnea, dove per decenni solo rari investigatori e giornalisti avevano lottato la mafia mentre le istituzioni ne negavano l’esistenza. Giovanni Lizzio era, in quel contesto drammatico, la polizia, pronto ad accorrere per i sopralluoghi e inflessibile, abilissimo nel condurre indagini, smascherare criminali ed arrestarli con operazioni personali.
La trasmissione propone immagini, documenti dell'epoca e testimonianze inedite,
Un ritratto ne esalta le qualità umane e professionali
Nella lunga intervista, registrata a Saxa Rubra, Bella offre di Giovanni Lizzio un ritratto che ne esalta le qualità umane e professionali: “Quando Giovanni – dice – mi confidò che qualcuno dalla questura aveva ordinato il suo omicidio e voleva andare a Roma dal capo della polizia lo fermai. Non credevo che lo avrebbero ucciso. Se avessi capito che mi sbagliavo lo avrei consigliato diversamente e mi resta il grave cruccio di non averlo fatto”. La testimonianza del cronista, resa subito pubblica dopo il delitto e nei processi, è stata ritenuta rilevante dalla magistratura fino alla Cassazione. Bella ha dedicato alla vicenda un inquietante capitolo del suo recente libro “Nera – Cinquant’anni di giornalismo in trincea tra mafia e poteri: delitti, cronisti, retroscena”, per il quale gli è stato conferito nella Protomoteca in Campidoglio il Premio Piersanti Mattarella
“Il poliziotto, per il suo ruolo, lotta – dice Bella – contro chi delinque, va insomma a senso unico. La mafia non ha tollerato che Lizzio non le usasse rispetto. Il cronista, invece, può mettere in risalto anche le manchevolezze delle istituzioni. Io l’ho fatto e penso che per questo la mafia, che tentò più volte di ammazzarmi, mi ha risparmiato”.
Cose Nostre è un programma di Emilia Brandi con la regia di Raffaele Maiolino, scritto con Vincenza Berti, Alessandro Chiappetta, Beniamino Daniele, Carlo Durante, Federico Lodoli e Sergio Leszczynski.