“Il tuo ordine sarà consegnato oggi tra le 10 e le 22”: con questo messaggio, ripetuto dal 3 all’8 agosto, il corriere Paack, che vanta di essere efficientissimo, ha fatto attendere per cinque giorni chiuso in casa il destinatario di un pacchetto spedito dalla Cina.
Nei periodi di vacanza si verificano ritardi in molti servizi e in più siamo anche distratti o svogliati, desiderosi di trovare riparo dal caldo asfissiante e di non rinchiuderci in casa a soffocare. Se attendiamo però un pacco pazienza: evitiamo persino di allontanarci per comprare il pane fresco al supermercato e ce lo facciamo portare a domicilio, onde evitare che il fattorino passi giusto in quei pochi minuti di assenza, non ci trovi e riporti in magazzino ciò di cui aspettavamo la consegna.
La questione sollevata nei confronti del corriere Paack sembra però una barzelletta, tanto ha dell’incredibile. Il pacco era giunto il 2 agosto nel deposito di San Giuliano Milanese, distante una cinquantina di chilometri dalla località di consegna. Riservandosi di portare la questione davanti a un giudice per il danno subìto, il malcapitato ha scritto alla società: “Il giorno 3 mi avevate comunicato che il pacco sarebbe stato recapitato in giornata dalle 10 alle 22; il giorno 4 che la consegna sarebbe avvenuta invece proprio il 4; il giorno 7 che sarebbe avvenuta appunto il 7; il giorno 8 che sarebbe avvenuta l’8. Queste informazioni erano sbagliate”.
Rispondendo alla contestazione, Paack se n’è uscita limitandosi a dire che il pacco, come in effetti è avvenuto, è stato consegnato a mezzogiorno dell’8; ma nemmeno una parola sugli errati avvisi dei giorni precedenti e sul disagio arrecato; figurarsi le scuse!