Dal giorno della sparizione a Firenze - 10 giugno – s’è complicato sempre più il mistero di Kata, come se la bambina peruviana fosse stata inghiottita nel nulla; ma la soluzione è nell’ex hotel occupato abusivamente dove la piccola è stata vista e filmata per l’ultima volta. Dal dispiegamento di reparti speciali dei carabinieri in meticolose ispezioni si intuisce che si cerca un corpicino privo di vita; ma cosa ci dice che si tratta di un omicidio?
Il titolo di reato – sequestro di persona – col quale è stato aperto un fascicolo può essere solo strumentale, come avviene per prassi in caso di sparizioni, soprattutto di minori; perché solo l’ipotesi formale di un delitto permette secondo le procedure di svolgere indagini giudiziarie anziché ricerche di protezione civile. Le circostanze della sparizione e il relativo contesto di illegalità diffusa hanno ben suggerito ad autorità e polizia giudiziaria che dev’essere accaduto qualcosa di molto grave.
L’ipotesi improbabile della tentata estorsione
L’ipotesi di un sequestro di persona a scopo di estorsione è però, sostanzialmente, illogica. I genitori di Kata non hanno risorse economiche importanti per poter soddisfare una eventuale richiesta di denaro, che oltretutto non ci sarebbe stata. Si suppone d’altro canto che un rapimento avrebbe potuto mirare a estorcere non denaro bensì altri utili, come il rilascio della stanza occupata dalla madre nell’ex hotel; una operazione troppo rischiosa per i sequestratori, che a obiettivo conseguito non avrebbero potuto liberare Katia, per poi essere scoperti e arrestati. Che cos’è dunque accaduto?
Movimenti frenetici nelle ore successive alla sparizione
Le indagini non si fanno con ipotesi e supposizioni né – come ventilato da informazioni suggestive – allargando in questo caso le ricerche addirittura all’estero. Giustamente gli inquirenti hanno continuato a cercare elementi obiettivi ed è assai probabile che ne abbiano raccolto in una decina di giorni di faticoso lavoro senza risparmio di risorse. Il più importante di tali elementi è proprio il luogo della sparizione, con le persone che ci vivevano prima dello sgombero effettuato per ordine del magistrato. Lì è accaduto un fatto tragico, almeno per una parte; e resta da definire dove sia stata portata quindi la bambina.
Perché può essere accaduto ciò? Forse per una vendetta o per motivi meno complessi di quelli discussi, non escluse la pedofilia o una punizione eccessiva finita male.
Il ritardo nella presentazione della denuncia di sparizione ai carabinieri può aver consentito di portare la bambina fuori dall’ex hotel in quelle ore convulse, semplicemente a persone che conoscevano bene il complesso e tutte le vie di uscita. Bisognerebbe, dunque, approfondire meglio i movimenti frenetici compiuti dalle persone che attualmente appaiono al di sopra di qualsiasi sospetto.